questa sono io
Ecco, questa sono io. Una foto che ben mi rappresenta, presa nel borgo di pescatori dove ho vissuto mezza vita. 🙂 Lo sguardo distratto, i pensieri altrove: molte idee (ma confuse), molti voli pindarici, con le parole.
Sniffo pagine di libri, quelli nuovi, e scrivo a mano, solo con punta fine.
Amo:
la mia piccola gnoma-chiccuzzetta, l’ultima luce del giorno che lambisce il mare d’estate. Il mare d’inverno. I meriggi pallidi e assorti all’ombra romana, il profumo dei boschi in autunno, la giovialità dei buoni amici, il vino rosso, i rifugi persi sui monti, i vitigni battuti dal sole e i filari di verdure negli orti, le fotografie che tracciano emozioni, i viaggi dentro e fuori di sè.
Le storie di Julia e la sua Morgan bianca, sempre dal meccanico. Come la mia, che però è solo una Peugeot.
Di cosa mi occupo
Poi ho un lavoro part-time che mi lascia senza soldi il tempo di seguire gli affetti familiari e lo spazio, sparso qua e là, per approfondire passioni e interessi: l’arte, la grafica, la fotografia, gli sport all’aria aperta. Lo scorso dicembre, nel pieno di un’attempata maturità, ho avuto la soddisfazione di portarmi a casa la laurea in comunicazione. E per me vale quanto una ripartenza.
La mia formazione è umanistica e lo sguardo che getto sul mondo è imbevuto di curiosità e bisogno di conoscere: le storie, i costumi, imodi di intendere la vita.
Sarà che il primo viaggio in solitaria è stato a 16 anni: tre mesi da sola in una Londra distante e straniera a studiare e cozzare contro un inglese incomprensibile e respingente che mi ha regalato vagonate di difficoltà e di vergogna assoluta. Un’esperienza-trauma, allora, perché non ero preparata sotto molti aspetti. Ho dovuto tornare più volte per fare pace con una città che ho poi profondamente amato. Mi ha accolta e coccolata nelle pieghe della vita, negli stop di lavoro, nei viaggi con gli affetti importanti. Mi ha donato ricordi e momenti felici.
E’ partito tutto da lì. Come un’imprinting che apre nuove prospettive.
Infatti questa è la mia filosofia di vita:
il viaggio come tragitto interiore invisibile, che ogni volta ci cambia e finisce per reinterpretare noi stessi. Ci orienta verso nuove direzioni di senso, attiva riflessioni e rinnovamenti.
Un wanderlust che però è più nella mia testa che nel portafoglio. Ohmmmmm
Come dici, i miei viaggi nel cassetto?
Magari in Giappone, nel periodo dell’Hanami Sakura e i suoi ciliegi piangenti sulle rive del lago. E di contrappunto, una traversata fredda e nevosa sulla Transiberiana fino all’oriente del mondo.
E perché il nome di questo blog?
Perché raramente percorriamo percorsi dritti e diretti. Lungo il percorso della vita troviamo scossoni, sobbalzi, rotture e fermate, dietrofront e immancabili cambi di rotta. Allora dopo sbattimenti, sproloqui e rasserenamenti, cambiano i progetti: spostiamo mete e paletti, battiamo altre vie, stabiliamo nuove ripartenze.
L’ottimismo e l’entusiasmo come carburanti della vita.
Il viaggio è il carburante dell’anima, la scrittura quello della mente. Quando le parole si impigliano nell’anima, fuoriescono con l’inchiostro e diventano vibranti, sciolgono nodi, traducono emozioni, diventano strati di epidermide che ci portiamo addosso in un dialogo con noi stessi.
Allora sono lieta di accoglierti in questo luogo di parole e ti ringrazio per il tempo che vorrai dedicarmi. Se vorrai lasciarmi i tuoi pensieri ne sarò contenta: conoscere il tuo punto di vista mi aiuterà a considerare sfumature diverse.
D’altronde, come dimenticare il caro professor John Keating che salendo sulla cattedra e invitando tutti a farlo, insegnò ai suoi ragazzi l’importanza di cambiare prospettiva? Perché è vero che poi da una nuova angolazione tutto cambia e appare diverso.
Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse.
E il mondo appare diverso da quassù.
Non vi ho convinti?
Venite a vedere voi stessi. Coraggio!
È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovere guardarla da un’altra prospettiva”
Provare per credere!
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